Lo sviluppo delle emozioni nel bambino passa attraverso l’esperienza e la denominazione delle stesse e solo in un secondo momento diventa mentalizzazione. Fondamentale, quindi, è l’alfabetizzazione sentimentale attraverso la quale gli adulti favoriscono il dialogo adeguato delle emozioni, anche grazie al rispecchiamento.
Il patrimonio sentimentale che un bambino si costruisce, e co-costruisce con le figure significative, crea empatia, la quale connota significativamente le relazioni affettive, le sole che definiscono il senso della vita.
Oggi il bisogno di raccontarsi dei giovani viene accolto dai social network, che mancano però di differenza tra privato e pubblico, con tutte le conseguenza del caso. Data l’importanza di tenere distinti privato e pubblico, il diario scritto a mano garantisce la privacy, diritto di tutti.
Perciò, il DIARIO PERSONALE risponde alle sigenze di autonarrazione del giovane (babino e adolescente) e gli permette l’elaborazione e la costruzione di significati personali sempre più consapevoli, attraverso il dialogo interiore: cioè come ci raccontiamo ciò che ci succede sulla base dei nostri schemi mentali (dati da esperienza con ambiente e altri significativi). Ogni percorso introspettivo ha effetti consolatori e di contenimento di ansie, influenzando le reazioni emotive.
Scrivere un diario personale permette il miglioramento del livello di accettazione di sé e l’abitudine a riflettere su pensieri e d emozioni, oltre ad aumentare la consapevolezza dei limiti personali e la capacità di confrontarsi con altri.
I “tempi vuoti” di una volta permettevano ai bambini e ai ragazzi di conoscere se stessi, anche attraverso la scrittura e il disegno; la “solitudine creativa”, che scaturisce da questi “tempi vuoti” favorisce l’introspezione e aiuta a costruire e connotare le emozioni. Oggi i giovani non hanno “tempi vuoti” e hanno l’impressione di combattere la noia con tv, videogiochi, computer, ecc.. Non imparano a riempire quei vuoti con capacità prodotta da loro stessi ma attraverso “protesi” che insegnano a non pensare.
Dottoressa Elisa Bernardi
Psicologo e Psicoterapeuta
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